Perché la scelta del nome Thesan " Arte X la Vita 

Thesan nella mitologia Etrusca era la dea dell'alba ed era anche associata al generarsi della vita.
Corrispondeva alla dea Aurora della mitologia romana e a Eos nella mitologia greca.
Legata anche a l’equinozio di Primavera, in questo giorno veniva fatta un offerta all'Aurora degli Dei dell’Oscurità, L.B. van der meer interpreta tali divinità come Persefone e Demetra dal momento che si fa riferimento ad un ritorno alla luce.
Thesan, era anche la Dea che, come Arianna a Creta, conduceva l’eroe verso la salvezza fuori dal Labirinto
Questo nome l’ho scelto perché è collegato a me ( Lucia ) e la mia ex socia ( Aurora) che abbiamo fortemente voluto far o nascere questa associazione.
Lucia: Nome di origine latina che significa 'luminosa, splendente'. Il nome veniva dato dagli antichi romani a quei bambini che nascevano con le prime luci dell'alba o in giornate particolarmente luminose.
Aurora: Il nome deriva dal termine latino Aurora a sua volta ripreso, molto probabilmente, dal sabino Ausel nome di una divinità solare. Questo nome, comunque, potrebbe anche derivare direttamente dal termine latino Aurum. In ogni caso il suo significato è “luminosa” o “brillante”.
Nella mitologia romana Aurora (Eos della mitologia greca) era una déa che aveva il potere di rinnovarsi giorno dopo giorno e solcava il cielo per annunciare l’arrivo del mattino.
Il Termine o sottotitolo “Arte X la Vita” è stato suggerito da un’Utente ( Andrea ) in effetti mi è piaciuto molto perché descrive benissimo quello che l’arteterapia ci dona riportandoci a una nuova ragione di vita.
La scelta del X scritto come simbolo è perché: X simbolizza la luce, la luminosità, l'illuminazione, l’irradiamento (dalla sua grafica)
"La croce di Sant'Andrea è il grande simbolo della luce manifestata, che si indica dalla lettera greca x (khi), iniziale di parole greche come Cono, Crusos e Cronos, il crogiolo, l'oro ed il tempo, tripla incognita della Grande Opera. Questa croce , che ha la forma del nostro X , è il geroglifico, ridotto alla sua semplice espressione, delle radiazioni luminose e divergenti emanate da un focolare unico.
Nell'Alfabeto Runico il simbolo X indica la Runa Gebo la quale in tutte le versioni significa “dono”, o comunque atto del “donare”.
L’antico poema runico inglese sostiene a proposito di Gebo che il dare qualcosa agli altri non aiuta soltanto chi riceve ma conferisce onore al donatore. Il carattere sociale della runa si mostra quale collegamento di gruppi della società apparentemente separati. Perciò simbolizza l’unione degli uomini con il divino. Donare non è un atto a senso unico, poiché il beneficiario è in obbligo nei confronti della persona da cui ha ricevuto il dono. Ciò corrisponde alla legge della compensazione, in base alla quale nell’ universo tutto tende a un giusto equilibrio. Nessun dono viene dato senza contropartita; vi sarà sempre un flusso di ritorno verso il donatore, fosse anche solamente sotto forma di gratitudine.
Come si può ben capire, non avrei potuto scegliere nome più adatto di questo perché rispecchia in pieno l’obbiettivo che vogliamo raggiungere, e cioè riportare alla luce e quindi a nuova vita, ogni situazione disagiata, togliere le persone in ogni situazione dalla oscurità.
E come lo facciamo?
Chiaramente attraverso l’arteterapia, l'uso dei materiali artistici, quale linguaggio specifico dell'Arte Terapia, è di primaria importanza per promuovere e veicolare l'espressione e la comunicazione: il linguaggio dell'opera costituisce l'elemento fondamentale del dialogo verbale e non verbale che avviene tra paziente e terapeuta. Ogni oggetto artistico creato, è una presenza nel setting terapeutico che influisce su chi l'ha prodotto e su chi ne fruisce: paziente e terapeuta condividono una potenziale esperienza estetica, non riducibile a parole, né al suo significato, il cui fine è di ampliare la propria esperienza, la conoscenza di sé e del mondo che ci circonda.
Il metodo seguito è quello della professoressa Denner, una caposcuola dell’arte terapia, inizia a Parigi negli anni ‘50. Il suo metodo integra la psicoterapia e l’arte con alcune tecniche della psicomotricità. Per far scaturire l’aspetto simbolico, profondo della creatività umana è necessario prima di tutto creare un ambiente fisico, l’atelier che sia anche un ambiente affettivo relazionale.
Così tutti si possono sentire immerse in un “bagno affettivo” molto intenso che rende possibile che l’espressione divenga più profonda e più specifica.
                                                                                                                                                                                                                                                              Maria Lucia Castro